Se sei qui in cerca della formula magica per risolvere questo inghippo, (ed evidentemente quindi sei un collega), sappi sin da subito che questo articolo non ti fornirà quello che cerchi!
Niente soluzioni magiche, né rivelazioni “ispirate”.
In questo articolo voglio soltanto fornire i mezzi a chi NON è un tecnico del settore, ma ha bisogno della SEO per il proprio business, per capire cosa è successo negli scorsi mesi a Google, e cosa sta succedendo ai motori di ricerca in generale.
Negli ultimi sei mesi, il mondo della SEO ha vissuto un periodo di cambiamenti senza precedenti. Mai prima d’ora, abbiamo visto così tanti aggiornamenti significativi e influenti in un lasso di tempo così breve.
Questi cambiamenti stanno apportando notevoli trasformazioni nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP), costringendo gli specialisti SEO a rivedere le loro strategie e adattarsi rapidamente.
In questo articolo ti farò una panoramica dei tre eventi chiave che hanno segnato il mondo della SEO nell’ultimo semestre: i Google Leaks, l’aggiornamento di marzo 2024 dell’algoritmo di Google e l’impatto del Digital Markets Act (DMA).
1. Google Leaks
Cosa sono i google leaks? Sono letteralmente fughe di notizie. In questo caso fughe massicce di notizie interne e riservate che contano conversazioni email tra dirigenti dei vari reparti (che teoricamente non dovrebbero neanche confrontarsi su alcuni temi, per via del conflitto di interessi), fughe di documenti e dati riguardanti il funzionamento del algoritmo (anzi degli algoritmi) di Google.
I Google Leaks più recenti hanno rivelato dettagli importanti sui meccanismi interni dei motori di ricerca di Google, alcuni dei quali contraddicono le dichiarazioni pubbliche dell’azienda. Tra le scoperte più rilevanti:
- Autorità del Dominio: sebbene Google abbia spesso negato l’uso della “domain authority,” le fughe di notizie hanno confermato l’esistenza di un fattore chiamato “siteAuthority” che influenza i ranking. Questo implica che l’autorità complessiva di un sito web gioca un ruolo importante nella sua visibilità nei risultati di ricerca (Search Engine Land) (Cadenceseo).
- Dati sui Click: nonostante le affermazioni di Google, secondo cui i dati sui click non sono utilizzati nei ranking, i leaks mostrano che sistemi come NavBoost e Glue (due algoritmi di google che classificano i siti in base a fattori di ranking, raccolgono ed incrociano dati ed info sui click degli utenti) si basano su misure guidate dai click, suggerendo che il comportamento degli utenti ha un impatto significativo sulle classifiche di ricerca (Search Engine Land) (Cadenceseo).
- Sandboxing: contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, le fughe di notizie confermano l’esistenza di un meccanismo di sandboxing, che limita temporaneamente i nuovi siti web dal posizionarsi in alto fino a quando non dimostrano la loro credibilità attraverso contenuti di qualità e coinvolgimento degli utenti (Cadenceseo).
2. L’aggiornamento di Marzo 2024 dell’algoritmo di Google
L’aggiornamento di Marzo 2024 ha introdotto numerosi cambiamenti volti a migliorare la qualità dei risultati di ricerca e a ridurre i contenuti di bassa qualità.
Questo è il sunto di quanto dichiarato ufficialmente nei suoi canali ufficiali da Google.
Ora, come abbiamo capito dalla fuga di informazioni interne più recenti di Google, sappiamo che non tutto quanto comunicato ufficialmente risponde esattamente alle dinamiche che si riflettono poi apparentemente nei meccanismi di posizionamento…
…ma, di fatto, a Marzo 2024 abbiamo visto calare il traffico in alcuni siti anche del 30%.
Improvvisamente. Dal Tramonto all’Alba. Senza apparente motivo.
Abbiamo visto SEO Expert con le mani nei capelli, con capelli improvvisamente ingrigiti o senza più un capello…ma tutti inevitabilmente bianchi e con le occhiaie, per cercare di capire cosa stesse accadendo, salvare il salvabile o riparare l’irreparabile.
In ogni caso questo è quanto dichiarato nelle fonti ufficiali riguardo l’aggiornamento dell’algoritmo:
- Riduzione dei Contenuti Non Utili: l’aggiornamento mira a ridurre del 40-45% i contenuti di bassa qualità e non originali nei risultati di ricerca. Questo obiettivo è stato raggiunto migliorando i sistemi di ranking per identificare meglio le pagine web più utili e con una migliore esperienza utente (Search Engine Journal) (Search Engine Land).
- Politiche Antispam: sono state introdotte nuove politiche per affrontare pratiche abusive come l’abuso di contenuti scalati, l’abuso della reputazione del sito e l’abuso di domini scaduti. Queste pratiche vengono ora contrastate con misure più severe per garantire che i contenuti di alta qualità prevalgano nei risultati di ricerca (Search Engine Journal) (WP Manage Ninja).
- Core Web Vitals: Google ha aggiornato i Core Web Vitals, sostituendo FID (First Input Delay) con INP (Interaction to Next Paint) come metrica per valutare la reattività delle pagine web (Search Engine Land).
3. L’impatto del Digital Markets Act (DMA)
Il Digital Markets Act, entrato in vigore nell’Unione Europea nel 2023, ha introdotto regole che promuovono una maggiore concorrenza e riducono il potere dei “gatekeeper” digitali.
Indovina quando sono diventate obbligatorie le direttive del DMA? Il 7 marzo 2024. (che fortuna eh!)
In sostanza si cerca di ridurre il monopolio e lo strapotere di grandi aziende come Google, che dalla loro nascita ad oggi, sono riusciti a prendersi oltre il 95% dell’utenza…tanto che per alcuni Google è l’unico motore di ricerca mai sentito ed utilizzato.
Tralasciamo i meriti o meno di Google, e i vantaggi/svantaggi di lavorare sulla SEO con un unico motore di ricerca di riferimento.
Vediamo invece quali sono le cose più “impattanti” del DMA:
- Regolamentazione dei Gatekeeper: il DMA definisce come “gatekeeper” le grandi piattaforme digitali con un forte impatto sul mercato interno dell’UE, che saranno ora soggette a regole più severe per garantire una concorrenza leale. I gatekeeper devono rispettare obblighi e divieti, come non favorire i propri servizi nei risultati di ricerca rispetto a quelli dei concorrenti (Search Engine Journal).
- Trasparenza e Accesso ai Dati: il DMA richiede ai gatekeeper di fornire maggiore trasparenza sui loro algoritmi e di consentire agli utenti aziendali un accesso equo ai dati generati dalle loro interazioni sulla piattaforma (Search Engine Journal).
- Interoperabilità e Portabilità dei Dati: il DMA impone ai gatekeeper di garantire l’interoperabilità dei loro servizi con quelli dei concorrenti e di facilitare la portabilità dei dati, riducendo il collegamento automatico tra servizi (es. chrome e youtube) e migliorando la concorrenza (Search Engine Journal).
Ok, ok, sono tutte cose molto tecniche…proviamo a fare un esempio pratico: se usi Chrome come Browser (o meglio Google Chrome) ti sarà sicuramente accaduto una mattina di metterti al pc e, aperto il browser, trovarti davanti una schermata che proponeva di reimpostare il motore di ricerca preferito, scegliendo da una lista di una decina di nomi (alcuni confesso di non averli mai sentiti prima neanche io). In questa lista Google compariva in maniera random e mai per primo.
Ecco, questo è stato uno degli adeguamenti di Google per rispettare il DMA non favorendo i propri prodotti (e di fatto, sbeffeggiandolo anche un po’ perché tra i molti utenti che hanno testato altri motori di ricerca, quasi la totalità è tornata sui propri passi entro pochi giorni, e quindi dimostrando la propria supremazia al di là del favorire o meno il suo prodotto in maniera esplicita).
Questo scherzetto è costato a molti SEO giorni di report “sballati” nelle analisi dei dati! Ma anche nuove scoperte!
Altro adeguamento di Google che avrai notato se usi Chrome: quando fai una ricerca, se poi ti accorgi di voler usare le mappe…hai trovato dov’è stato spostato il link di Maps??? (domanda ironica: non c’è, a meno che tu non sia loggato da desktop ed utilizzi il menù dei prodotti Google sulla destra).
Oppure ti sarà capitato di fare una ricerca per parola chiave+località, e google non ti ha proposto i risultati sulla mappa, come faceva prima.
Ed ecco spiegato il calo di accessi ai siti da Google Maps!*
“Secondo aziende più piccole che gestiscono motori di ricerca e siti per fare il confronto tra prodotti quando si fa shopping online e per recensire hotel e ristoranti, Alphabet [la società che gestisce Google] non avrebbe seguito pienamente le regole del DMA ed è quindi probabile che ci saranno ricorsi e contenziosi nei prossimi mesi.” IlPost.it
È quindi possibile che possano seguire altri adeguamenti.
Tiriamo le somme!
Questi tre eventi chiave hanno segnato un periodo di cambiamenti significativi nel mondo della SEO.
I Google Leaks hanno svelato dettagli cruciali sui meccanismi di ranking, l’aggiornamento di Marzo 2024 ha introdotto misure rigorose per migliorare la qualità dei contenuti nei risultati di ricerca, e il Digital Markets Act ha imposto nuove regole per promuovere una maggiore concorrenza e trasparenza.
Per gli specialisti SEO, sono stati tempi duri…e ahimè devo constatare che siamo solo a metà di questo 2024 bisestile!
Il bello deve ancora venire? Oddio, speriamo di no! Ma neanche mi sento di dire di dormire sonni tranquilli. Sono ancora mesi di adattamento e di cambi strategie.
NO PANIC!
In fondo, si dice che chi dorme non piglia pesci…ma per fortuna noi SEO ormai siamo tutti un po’ vampiri! 😉
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*Spero mi perdonino i colleghi per le semplificazioni contenute in questo articolo. Se invece avete notato dati imprecisi o errati, vi ringrazio se vorrete segnalarmele a: info@comunicaree.it